Rinnovare un parco macchine non è impresa facile, ma la serie “T5 Dynamic Command” di New Holland offre diversi vantaggi. Chiunque operi in ambito agricolo sa bene quanto sia difficile scegliere i mezzi più adatti per assicurare lo sviluppo economico di un’azienda. A maggior ragione se questa ambisce a espandersi in un momento economicamente difficile e complesso come l’attuale. Il cuore porterebbe a scegliere quanto di più moderno e tecnologico l’industria della meccanizzazione agricola mette oggi a disposizione, mentre la ragione e il borsellino orientano gli investimenti verso i mezzi che più tutelano il rapporto prezzi/prestazioni in funzione delle esigenze aziendali.
Il tutto senza dimenticare che le nuove politiche agricole comunitarie non sono ancora ben definite e quindi la possibilità di dover portare le aziende verso produzioni diverse da quelle storiche è concreta. Da qui la necessità di disporre di mezzi tecnici il più possibile versatili, esigenza che in Italia, Paese che vede le estensioni medie delle aziende agricole fermarsi alla soglia dei dieci ettari, ha portato negli ultimi anni a una crescita dell’offerta commerciale nel segmento dei cosiddetti trattori “medium utility”, mezzi che passando con disinvoltura dalle movimentazioni aziendali alle lavorazioni superficiali del terreno e dalle attività di fienagione ai trasporti su strada. Un eclettismo che gioca a favore dei tempi di utilizzo, anche superiori alle 600 ore/anno contro le 300 circa di un aziendale puro e che di conseguenza favorisce anche l’abbreviarsi dei tempi di ammortamento che caratterizzano l’acquisto.
New Holland “T5 Dynamic Command”: veri e propri tuttofare
I medium-utility all’atto pratico sono trattori dal profilo di missione quanto mai variegato come ben dimostrano i mezzi proposti dalla serie “T5 Dynamic Command” di New Holland, quattro modelli che molto legano le loro doti operative e la loro polivalenza alle trasmissionie “Dynamic Command” che li equipaggiano di serie. Si tratta di gruppi, strutturati sulla base di tre gamme e otto marce gestite per via elettronica che danno origine a 24 rapporti in avanzamento e altrettanti in retro fruibili a gruppi di otto senza dar luogo a cadute di coppia sulle ruote in fase di cambio marcia.
Due gli alberi di trasmissione
Ciò grazie alla presenza della doppia frizione “Dual Clutch” che assicura cambi di gamma sequenziali e lineari attraverso due alberi di trasmissione paralleli, con le quattro marce dispari e una frizione poste su un primo albero e le quattro marce pari e l’altra frizione che risultano invece posizionate sul secondo albero. Così strutturato, il gruppo prevede quindi per il passaggio di marcia la disattivazione del rapporto inserito dalla frizione posta sullo stesso albero in contemporanea all’inserimento sull’altro albero del rapporto successivo o precedente, operazione quest’ultima eseguita dalla relativa frizione.
Ne deriva la già citata trasmissione di coppia alle ruote continua e costante che concorre a garantire sempre e comunque la giusta trazione in funzione dell’attività svolta, senza incidere negativamente sugli assorbimenti energetici essendo una trasmissione del tutto meccanica e quindi senza penalizzare i consumi di carburante.
Potenze comprese tra 110 e 140 cavalli
A contenere questi ultimi concorre peraltro anche la presenza sottocofano di unità Fpt Industrial a quattro cilindri da quattro litri e mezzo di cubatura tarate su potenze massime che spaziano dai 110 cavalli del modello d’attacco “T5.110” ai 140 cavalli della versione più prestazionale “T5.140”, passando per i 120 e i 130 cavalli dei modelli intermedi “T5.120” e T5.130”. Omologati in stage V mediante il sistema di post trattamento Fpt Industrial “Hi-eScr2”, basato sulla sola presenza di un impianto scr per l’abbattimento degli ossidi azotati e di un catalizzatore doc, senza quindi il ricorso a egr e a filtri anti particolato dpf, i motori propongono sempre erogazioni di potenze massime costanti fra i mille e 900 e i due mila 300 giri e curve di coppia che trovano i rispettivi apici a mille e 300 giri attaccando però con il 90 per cento dei valori massimi già a mille e cento. Ne deriva una grande elasticità di lavoro che minimizza l’uso del cambio permettendo agli operatori di rimanere sempre concentrati sul lavoro.
Un vantaggio quando le macchine devono affrontare lavorazioni che prevedono l’uso di attrezzature impegnative, ambito cui guarda in particolare un impianto idraulico a doppia pompa dalla portata massima di 110 litri al minuto fruibili mediante fino a sette distributori ausiliari e un sollevatore posteriore da cinque mila 500 chili di capacità. Di serie anche una presa di forza a tre velocità, 540 giri in versione standard ed eco e mille giri al minuto con inserimenti elettroidraulici pilotabili anche per via elettronica.
Programmabile l’attivazione
Uno specifico sistema azionabile attraverso un pulsante dedicato posto sul montante centrale della cabina provvede a disinserire la presa di forza quando l’attrezzatura raggiunge un’altezza pre-programmata rispetto al terreno per poi reinserirla quando l’attrezzo torna al di sotto della soglia. Il driver non deve quindi intervenire e, allo stesso tempo, risulta protetto l’albero da sollecitazioni torsionali anomale durante le fasi di sollevamento e di abbassamento. A mantenere la presa di forza al regime impostato provvede poi il sistema automatico di gestione del regime motore “Esm” lasciando a un’ulteriore centralina il compito di gestire i rapporti del cambio in funzione della velocità di lavoro imposta dall’operatore.
New Holland “T5 Dynamic Command”: comfort e visibilità di classe superiore
La serie “T5 Dynamic Command” è equipaggiata con cabine “Horizon”, mutuate dai vani che equipaggiano i modelli di classe superiore “T6” e progettate dai tecnici New Holland per minimizzare i punti ciechi di visuale, anche nel caso di un eventuale impiego di un caricatore frontale. Le ampie pannellature atermiche impiegate in fase realizzativa sono infatti affiancate da un tetto panoramico ad alta visibilità che assicura un completo controllo su tutto quello che circonda l’operatore, mentre alla semplicità di controllo della macchina e al comfort operativo sono invece orientati il bracciolo “SideWinder II” che raggruppa in modo razionale tutti i principali comandi e il sistema di sospensioni “Comfort Ride” che, attenuando anche i sobbalzi più violenti, riduce sensibilmente l’affaticamento dell’operatore quando è costretto a lavorare per lungo tempo su terreni marcatamente irregolari.
Gestione anche automatica
La trasmissione “DynamicCommand” che equipaggia i modelli “T5” propone sistemi evoluti in grado di migliorarne il comfort e l’immediatezza d’uso. In tale ottica, la funzione “Dynamic StartStop” permette infatti di gestire la trasmissione in maniera automatica operando esclusivamente con i pedali dei freni, sgravando l’operatore in tutte quelle applicazioni in cui vengono richieste frequenti fermate, quali, per esempio, le movimentazione affrontate mediante un caricatore frontale e le attività di raccolta in ambito foraggero. Il sistema “Auto Shift” provvede invece ad attivare il cambio automatico del rapporto una volta raggiunto un regime motore preimpostato, mentre il sistema “Ground Speed Management II” gestisce in maniera completamente automatica l’intera trasmissione grazie ad analisi in tempo reale su parametri quali motore, temperatura dell’olio, carichi e velocità, adattando ogni cambio marcia in modo tale da assicurare la migliore efficienza operativa unitamente ai minimi consumi possibili.
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Titolo: New Holland “T5 Dynamic Command”: puro dinamismo
Autore: Redazione